"> Giovanni Mazzi art studio
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STATEMENT ARTISTICO

L'arte è terapia personale nella sua dimensione privata ma è anche intervento sociale nella sua dimensione pubblica. Processo creativo che nasce da un concetto su cui esprimo e condivido idee, emozioni, paure, pensieri e angosce. Mi ha sempre affascinato capire quale fosse il pensiero che è alla base della creazione artistica, per questo ho cercato di comprendere i messaggi che sono dietro alle opere d'arte degli artisti del passato e contemporanei, ispirandomi non solo alla pittura ma arrivando fino al fumetto, all'illustrazione e anche alla musica. A livello realizzativo sono partito da un linguaggio figurativo per approdare, dopo un lento processo di trasformazione, ad una dimensione più essenziale; le forme sono state semplificate per una maggiore libertà espressiva e creativa. Nella scelta delle tecniche sono passato dalla pittura a olio a quelle più libere come pastelli, matite, chine che uso su diversi tipi di supporti e materiali.


Art is personal therapy in its private dimension but it is also social intervention in its public dimension. Creative process that comes from a concept on which I express and share ideas, emotions, fears, thoughts and anxieties.I have always been fascinated to understand what was the thought that is the basis of artistic creation, for this reason I tried to understand the messages behind the works of art of past and contemporary artists, Inspired not only by painting but coming up to comics, illustration and even music. At the realization level I started from a figurative language to arrive, after a slow process of transformation, to a more essential dimension; The forms have been simplified for greater expressive and creative freedom. In the choice of techniques I switched from oil painting to freer ones such as pastels, pencils, inks which I use on different types of supports and materials.


L'Arte di Giovanni Mazzi

di Silvia Valmori


Ho conosciuto l'artista Giovanni Mazzi nel 2015, attraverso uno dei suoi quadri, che mi ha particolarmente emozionata. Vi è mai capitato uno di quei periodi difficili, nel quale desiderate incontrare un amico con cui parlare, guardandolo negli occhi, per poter poi ricevere un abbraccio rassicurante? A me si Per allontanarmi dalle difficoltà  della quotidianità , ho deciso di concedermi una giornata a Firenze, una città  che amo da sempre per la sua ricchezza artistica. Entrando in un noto Caffਠstorico-letterario del centro, "Giubbe Rosse", un quadro appeso alla parete d'ingresso ha catturato la mia attenzione. In quell'opera, dal titolo "Tu e io", ho trovato quegli occhi e quell'abbraccio rassicurante che cercavo. Quei due volti senza età , senza identità , senza capelli, senza una bocca, ma al tempo stesso così espressivi. Due figure, che non rappresentano nessuno in particolare, ma in cui tutti si possono identificare. In questo quadro c'è la ricerca di un conforto, il bisogno di incontrare lo sguardo di una persona di cui ti fidi e il cerchio, attorno alla figura, rappresenta l'abbraccio rassicurante di un amico che ti capisce e ti sostiene. Quel giorno, Firenze mi ha fatto conoscere un nuovo artista e da allora mi sono appassionata alle sue opere. Definirei Giovanni Mazzi un autore che parla con la pancia, in modo viscerale, intimo, istintivo, passionale. La figura umana è il suo principale elemento di espressione ed egli la rappresenta in modo primitivo ed essenziale, senza bisogno della mimesi al vero per comunicare. L'uomo raffigurato dall'artista non è un eroe, ma una persona comune, uno di noi, che vive le difficoltà , le preoccupazioni, le incertezze e le inquietudini dell'epoca contemporanea.

Tu e Io - pastello a olio su tela 50x70cm 2013

Brezza - pastello a olio su carta 50x70cm 2016

1+1 - 2016 - pastello a oilo su carta 50x70cm

Per la strada - 2016 - pastello a olio su tavola 60x85cm

I corpi sono spesso nudi, con le proprie fragilita'  e privi di un vestito che li identifichi o che li rappresenti. Le figure vengono realizzate con distorsioni e mutamenti, utili a far risaltare le sensazioni che l'autore vuole trasmettere. Le mani sono considerate un elemento essenziale d'espressione. Effettivamente, ognuno di noi, quando parla, tende a gesticolare, utilizzando le proprie mani per dare enfasi a ciò che sta dicendo. L'autore ama rappresentare mani molto grandi, proprio perchè aiutano a trasmettere le emozioni. Il collo, in molte opere, è lungo, sproporzionato, quasi raffigurato come una colonna portante che sorregge la parte più nobile del nostro corpo: la testa. I volti sono spesso privi della bocca, ma nonostante questo, parlano. I suoi visi stilizzati sono molto emotivi.L'Uomo raccontato recentemente da Giovanni Mazzi, non è un più quello stesso "essere sofferente e disagiato, consapevole solamente dei propri limiti, prigioniero dei propri vizi e delle proprie contraddizioni" come lo descriveva, giustamente, Enrico Guarnieri, qualche anno fa. E' un uomo in trasformazione, che cerca di staccarsi da un passato che lo imprigiona, che prova ad uscire dai propri confini, che trova uno slancio verso nuove prospettive. E' un uomo in evoluzione, come traspare nell'opera Brezza". In essa, l'autore utilizza un elemento naturale, l'aria, come simbolo del cambiamento. La brezza di cui parla l'autore, non è il vento. Nell'opera, infatti, i capelli della donna sono immobili. La brezza è l'entità  che muove e che rappresenta il mutamento interiore, che l'autore risalta nel suo quadro con la distorsione del corpo umano. Anche la mano della donna sottolinea la trasformazione in atto, sostenendo un drappo che è mosso proprio dall'alito della brezza interiore.

taking care of peace -2015- pastello a olio su tela 77x101cm

Inoltre, l'Uomo dipinto da Giovanni Mazzi, pur in balia delle proprie preoccupazioni, è in cerca di pace. L'autore rappresenta la Pace come un essere vivente di cui prendersi cura, da accudire e da proteggere: una colomba, di un candore talmente luminoso da irradiare il volto di chi la custodisce; simile, nella forma, ad una fiamma da tenere viva e da cui ricevere calore. Infine, l'Uomo che l'artista racconta ora, non è più un uomo solo con se stesso. Nell'opera "Per la strada" c'è l'incontro con l'inaspettato, rappresentato da una palla rossa. E' l'incontro con qualcosa o con qualcuno che, per caso o per una volontà , troviamo lungo il nostro cammino; un incontro che apre nuovi orizzonti, portandoci a vedere le cose sotto una nuova luce. Nelle sue recenti opere, l'autore esprime la bellezza del contatto e del confronto con l'altro. Un altro, diverso da noi, che viene raccontato con curiosità  e con ammirazione, che rappresenta sicuramente un completamento e un arricchimento di noi stessi, come traspare nelle opere "1+1" e "L'altro". Quello che Giovanni Mazzi oggi descrive, è un Uomo in evoluzione, proiettato verso le bellezze della vita. In diverse opere, l'autore utilizza la forma del cerchio, sia nella disposizione delle figure che nello spazio che c'è tra le stesse. Un cerchio che aiuta a raccontare l'amore e l'amicizia come nutrimento, come un dare e ricevere emozioni in un moto circolare, partendo da un essere per arrivare all'altro e per poi tornare indietro. Giovanni Mazzi è¨ un artista molto espressivo, passionale ed emozionante. Trovo le sue recenti opere particolarmente positive, confortanti e rassicuranti.

l'Altro - 2016 - pastello a oilo su tela 80x100cm

Introduzione

di Enrico Guarnieri


Interiorita' 1 - 2014

Nell'opera di Giovanni Mazzi l'uomo e' al centro del sentire e del fare dell'artista. Non un uomo rampante e pieno di certezze, ma un essere sofferente e disagiato consapevole solamente dei propri limiti, prigioniero dei propri vizi e delle proprie contraddizioni, sempre incalzato da nuove domande per le quali non ha una risposta completa e certa, ma perfettamente determinato a portare avanti il suo autonomo percorso intellettivo anche se non raggiungerà  mai la sublimazione. L'artista non crede alla perfezione interiore , ben sapendo che non e' propria della natura umana, preferendo analizzare le reazioni individuali ai vari casi della vita e proprio perche' tali sempre soggettive e variabili nel tentativo di individuare le cause e nella ricerca di una risposta anche se incompleta. Infatti attraverso l'arte non si può pretendere di dare una risposta sicura ai numerosi quesiti esistenziali, proprio perchè il fare artistico non è che una componente della nostra interiorità , perciò limitato. Però il suo uomo è individuo, quindi non è massificato perchè i suoi dolorosi rovelli lo portano comunque ad una crescita e le sue inevase domande, sempre ritornanti, lo mantengono vivo ed unico, facendolo divenire simbolo di ribellione; ribellione incruenta, portata avanti con la forza delle idee e per questo più efficace. Perciò è un uomo che rimane ai limiti di una società  dai rapidi cambiamenti di mode col fine di veicolare l'eccesso di produttività , dove impera la voglia di strafare e di stupire, con la snervante serialità  delle immagini e l'eccessivo stimolo a cercare sempre il più: più PIL, più energia, più competitività  ecc., il tutto amplificato da un rumore continuo ed eccessivo. Questa società del successo facile e ad ogni costo, contraddistinta dalla sua volubilità , considera l'individuo alla stregua di un manichino buono solamente per indossare abiti rigorosamente griffati e adatto solamente ad essere imbonito nell'acquisto di questo o quel prodotto, considerandolo privo di spirito critico e di libere scelte.
Presentazione del Pittore Giovanni Mazzi

di Enrico Guarnieri


In qualità  di presidente degli "Amici del Caffe' Michelangelo", Associazione culturale dedita anche alla promozione di giovani artisti, desidero, nei limiti delle mie possibilità, portare a conoscenza di un più vasto pubblico l'opera del pittore Giovanni Mazzi, anche se l'artista , benchè ancora giovane abbia già  un ricco curriculum espositivo.

Butterfly effect - 2013

La mia conoscenza di Giovanni e della sua pittura risale a circa sette anni fa e precisamente al settembre 2002, presentatomi dal comune amico Marcello Sladojevich fine scrittore e saggista nonchè valente ed intuitivo critico d'arte, in occasione della collettiva a scopo benefico "FAILE mostre all'ARCA" allestita al circolo Arca di via del Sole a Firenze. In tale mostra l'artista presentava un quadretto, in cui una serie di mani era analizzata in modo anatomico e prospettico; quest'opera, per la sua semplicità  d'impianto e soprattutto per il suo soggetto poco accattivante, mi rivelò il coraggio del suo autore, incurante di ben presentarsi e ben apparire in una delle sue prime uscite pubbliche. Da subito mi incuriosì questo giovane dalla personalità  spiccata e già in possesso di un buon bagaglio tecnico culturale; pertanto volendo conoscere più approfonditamente la sua opera, decisi di sottoporgli un'eventuale collaborazione che si concretizzò nel maggio del 2005 nella mostra collettiva "In Formato Umanistico" presso la Galleria Il Paradisino di Modena e nell'aprile del 2006 nella personale "I prigionieri dell'anima" allestita in cooperazione col musicista Federico Mengoni, presso la Sala Chico Mendez al Cirolo Arci di S. Donnino a Campi Bisenzio. Giovanni estrapola il filo conduttore del suo percorso artistico dalla pittura cinquecentesca e dal simbolismo, visitati non con passiva epigonia nè con citazione nostalgica, ma come mezzo di ispirazione per la rielaborazione di quella forma e quella plasticità  che unite al pensiero filosofico gli permettono di esprimere le sue sensazioni e il suo essere. Questo perchè il pensiero del Mazzi non contempla l'uomo antropocentrico dell'umanesimo nè le certezze del Primo Rinascimento, tutt'al più si possono individuare delle convergenze con i dubbi che attanagliarono il secondo periodo rinascimentale e che andarono ad incrinare la profonda convinzione umanistica dell'uomo misura di tutte le cose ed artefice del suo destino.

Come un fenicottero - 2013

Infatti i progetti e le teorie che a livello ideale risultano perfetti, nella loro attuazione pratica si rivelano carenti e destinati al fallimento, perchè alla prova dei fatti l'uomo risulta inadeguato a portare a pieno compimento le proprie idee. Trovo, invece, con osservazione del tutto personale, una forte corrispondenza fra la sua pittura e la cultura barocca, riscontrabile non nella forma degli scorci prospettici arditi e dei panneggi sconvolti, ma nella volontà  di analizzare ed esplorare le contraddizioni e le paure umane che, nonostante la Controriforma, proiettarono verso una nuova epoca ed una nuova coscienza di sè. Proprio questa analisi dell'arte passata gli consente di sviluppare al meglio la sua ricerca, perchè per andare al futuro bisogna prima gettare uno sguardo al passato, in quanto le virtà ed i vizi umani sono sempre stati gli stessi in tutte le epoche: cambiano solamente i loro modi attuativi, determinati dal periodo storico. Anche Giovanni mette l'uomo al centro del suo sentire e del suo fare artistico, però non un uomo rampante e pieno di certezze, ma un essere sofferente e disagiato consapevole solamente dei propri limiti, prigioniero dei propri vizi e delle proprie contraddizioni, sempre incalzato da nuove domande per le quali non ha una risposta completa e certa, ma perfettamente determinato a portare avanti il suo autonomo percorso intellettivo anche se non raggiungerà  mai la sublimazione. L'artista non crede alla perfezione interiore e perciò neanche la ricerca, ben sapendo che non è propria della natura umana, preferendo analizzare le reazioni individuali ai vari casi della vita e proprio perchè tali sempre soggettive e variabili nel tentativo di individuare le cause e nella ricerca di una risposta anche se incompleta. Infatti attraverso l'arte non si può pretendere di dare una risposta sicura ai numerosi quesiti esistenziali, proprio perchè il fare artistico non è che una componente della nostra interiorità , perciò limitato.

Orfeo, oltre i mondi invisibili, oltre l'illusione - 2013

Però il suo uomo è individuo, quindi non è massificato perchè i suoi dolorosi rovelli lo portano comunque ad una crescita e le sue inevase domande, sempre ritornanti, lo mantengono vivo ed unico, facendolo divenire simbolo di ribellione; ribellione incruenta, portata avanti con la forza delle idee e per questo più efficace. Perciò è un uomo che rimane ai limiti di una società  dai rapidi cambiamenti di mode col fine di veicolare l'eccesso di produttività , dove impera la voglia di strafare e di stupire, con la snervante serialità  delle immagini e l'eccessivo stimolo a cercare sempre il più: più PIL, più energia, più competitività  ecc., il tutto amplificato da un rumore continuo ed eccessivo. Questa società  del successo facile e ad ogni costo, contraddistinta dalla sua volubilità , considera l'individuo alla stregua di un manichino buono solamente per indossare abiti rigorosamente griffati e adatto solamente ad essere imbonito nell'acquisto di questo o quel prodotto, considerandolo privo di spirito critico e di libere scelte; in contrapposizione a tutto ciò ben vengano il "Caffè¨ degli Zeri" o un'ipotetica "Associazione del Meno". Inoltre la pittura del Mazzi non è solo cruda denuncia ma anche amore,che si rivela nel tentativo di dare voce agli emarginati e ai disagiati, in una sorta di pietas laica che è il contrario dell'indifferenza a cui tutti più o meno siamo soggetti; un amore che lo porta ad indagare sulla tela la complessità  della natura umana divenendo pertanto mezzo d'analisi per una crescita interiore e tappa intermedia per una nuova comprensione. L'artista lo fa nel solco della tradizione fiorentina del disegno a cui unisce le riflessioni sulla filosofia antica e moderna, in particolare , a mio giudizio, sul pensiero di Nietzsche:"Per vivere l'uomo ha bisogno di costruirsi un senso, in vista della morte che l'implosione di ogni senso". Si snoda così un percorso figurativo e di pensiero che diviene specchio del contemporaneo, attraverso una pittura, a volte simbolica che incarna i moti dell'animo umano visti attraverso la sua introspezione, pur sotto lo stimolo della realtà  concreta anche se parzialmente trasfigurata, accentuando in scala maggiore quei colori che più hanno suscitato la sua reazione emotiva e in cui l'oggetto non sarà  mai considerato tale ma come segno dell'idea concepita dal soggetto. Pertanto crea le sue opere in una dimensione spazio temporale diversa dal reale, quasi sognata e come nel sogno, espressione dell'inconscio dove spicca l'uomo, un uomo nudo, solo con se stesso, non in una nudità  erotica, stimolo di piaceri, ma una nudità  indifesa senza veli nè maschere, che definirei quasi eroica però diametralmente opposta a quella degli eroi neoclassici: l'uomo del Mazzi non è un essere superiore da prendere ad esempio ma diviene eroi nel momento in cui accetta la sua vulnerabilità . Nelle opere di Giovanni il proscenio è dato da spazi ed ambienti quasi deserti ed isolati, realizzati con toni scuri che vanno dagli ocra, alle terre fino ad una vasta gamma di blu, in una composizione che tiene ancora conto, in questo tempo di horror vacui, dei rapporti fra pieni e vuoti come giuste partiture all'economia dell'opera. La sua pittura va oltre la Pop-Art che ancora oggi, in varie forme, imperversa perchè rimette l'oggetto a complemento oggetto e rivendica all'essere la sua predominanza che, attraverso la sua specifica individualità , ripudia la massificazione della società  e con diversi nodi espressivi raggiunge lo stesso scopo degli artisti degli anni Sessanta.

La scelta della realta', il cielo sopra berlino - 2010

L'artista ama anche reiterare uno stesso soggetto in più opere che, prevaricandolo, diviene mezzo d'analisi di una forma risultante di fatto sempre nuova e diversa, indagata in ogni sua minima sfaccettatura in un percorso creativo senza soluzione di continuità . Un discorso a parte merita la serie dei suicidi che sottolinea ulteriormente la sua coerenza, perchè l'estremo gesto è visto come ultimo atto per lenire la grande sofferenza determinata dall'emarginazione e dai dolori insopportabili, analizzati in più motivazioni:"Per amore","Eroico per causa", "Per disperazione senile", "Per disperazione giovanile" e "Per emarginazione". Questo è un corpus di opere d'importanza nodale nella crescita artistica del Mazzi sia per la volontà  di voler affrontare un soggetto così scabroso, sia per l'impegno tecnico usato nella loro realizzazione. Sono varie angolazioni di un dramma che non credo dettato da intenti pietistici nè giustificativi, ma dalla volontà  di voler capire cosa porta un essere umano a rifiutare la vita, infatti in queste opere non c'è l'esito finale cruento ma viene descritto il momento della decisione o l'attimo immediatamente successivo quando sta per compiersi l'atto finale. In queste opere si vuole capire soprattutto la causa scatenante che porta gli individui più deboli a rinunciare o a donare la vita senza voler generalizzare,perchè l'agire umano non è mai uguale ed ogni individuo ha la propria personale reazione ai vari accidenti della vita. Già  da qualche anno l'artista ha voluto intraprendere una nuova sfida con se stesso cimentandosi nella tecnica dell'acquaforte, tecnica più immediata perchè, a differenza del colore, non consente ripensamenti o errori e richiede una certa sicurezza di mano e di impaginazione perchè il segno inciso non ha a disposizione velature o sovrapposizioni di pigmento e la morsura dell'acido, se non ben calcolata e regolata rovina irreparabilmente la lastra. Questa tecnica dai tempi lunghi d'esecuzione e di difficile realizzazione, consente attraverso il contrasto fra il bianco della carta di fondo e l'infinite variazioni tonali del segno bruno, di raggiungere una forza espressiva che raramente si ottiene con l'olio o la tempera, consentendo all'artista di indagare attraverso il tratto, la forma nella sua essenza primigenia. Giovanni tratta questa tecnica come espressione autonoma, vista, non come attività  collaterale, ma come mezzo alternativo di indagine e d'espressione. Da artista completamente calato nella contemporaneità  sente carente la sola espressione pittorica e grafica, completandola con allestimenti scenici considerati quasi paritetici alle opere stesse e spazio ambientale per farci comprendere meglio il loro significato, il tutto ulteriormente completato dalla musica dissonante di Federico Mengoni, interessante musicista contemporaneo, che agisce in sinergia con il pittore e le sue opere. I suoi dipinti sono di denuncia e niente è concesso all'abbellimento e al facile ottimismo, però a osservarli attentamente, sono opere che fanno riflettere e portano pertanto un arricchimento perchè il compito dell'artista è quello di presentarci la realtà  filtrata dalla sua introspezione e dalla sua maggiore sensibilità  per restituircela come rivelazione.